giovedì 22 febbraio 2018

Il magistero del papa?

Ho avuto un interessante confronto di opinioni con alcuni lettori del bog Stilum Curiae di Marco Tosatti a proposito del papa e del magistero connesso.Lo riporto


Primo interlocutore Lo spettro di QC.di seguito QC

QC
...i cattolici sono FEDELI al Papa, per quanto fetente possa essere, perché lo riconoscono come l’uomo consacrato dallo Spirito Santo per svolgere la funzione di Vicario di Cristo e Capo visibile della Chiesa. 

Mia osservazione:
EA
La fedeltà non è assoluta. Il papa non è un feticcio da adorare al posto di Dio. Giovanni il Teologo (non Tucho Fernandez o il gesuita Sosa) dichiara: “Le pecore ascoltano la sua voce… le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”
Quando Bergoglio smetterà di tradire il vangelo e sostituirlo con le sue ossessioni e “novità”, allora le pecore riconosceranno la voce del pastore. 


“Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede.” (Costituzione dogmatica Pastor Aeternus, 18/07/1870)

Interveniva una terza persona
A
concordo : il papa non è un feticcio da adorare al posto di Dio… questo è la cosa fondamentale.
Ma in una delle lettere ai Tessalonicesi viene profetizzato il tempo della grande Apostasia, quando un uomo si siederà nel tempio e si farà adorare come se fosse Dio… non potrebbe essere oggi quel tempo ?
Voi sperate che quel tempo non sia oggi… ma vi ricordo che, nella storia della Chiesa c’è una rottura che risale al 1870, quando, in modo piuttosto fortunoso venne proclamata l’infallibilità papale.

Io replicavo
EA
Non vedo la rottura. Il Concilio Vaticano I ha definito (cioè limitato) i confini dell’infallibilità papale, in quel modo molto elegante e asciutto che ho riportato sopra. Il ministero del papa è quello di conservare e trasmettere il deposito della fede. Non è quello di cambiare paradigmi, fare sorprese, sbaciucchiare bambini, ostentare misericordia e umiltà, rilasciare interviste in aereo, insultare a destra e a manca, manipolare sinodi e assemblee episcopali, iniziare processi, fare il politicante di infima categoria, raccontare bugie contraddittorie e bugie per coprire bugie fino a rasentare il ridicolo.
Se, putacaso, un papa si comportasse così , gli ritireremmo la nostra fiducia e sopporteremo la tribolazione ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza (cit) .

In conclusione, se il papa decide, più o meno consapevolmente, di sospendere la sua attività magisteriale per fare altro, non possiamo fare altro che prenderne atto e aspettare tempi migliori. Nel frattempo diremo che il papa sbaglia.

Replica di QC
EA, come spesso ti succede confondi piani. Il CV I limita l’infallibilità; non restringe l’attività del Pontefice al magistero infallibile. Se il tuo ragionamento fosse valido, il Papa non dovrebbe più nemmeno mangiare e bere perché non previsto dalla Costituzione citata. E il beato Estensore della Costituzione non avrebbe potuto fare il Non Expedit, non essendo atto magisteriale infallibile.
Invece di citare la Pastor Aeternus ad usum delphini, riportalo intero quel passaggio e rifletti molto bene su come prosegue:


“Fu proprio questa dottrina apostolica che tutti i venerabili Padri abbracciarono e i santi Dottori ortodossi venerarono e seguirono, BEN SAPENDO CHE QUESTA SEDE DI SAN PIETRO SI MANTIENE SEMPRE IMMUNE DA OGNI ERRORE in forza della divina promessa fatta dal Signore, nostro Salvatore, al Principe dei suoi discepoli: “Io ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede, e tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. Questo indefettibile carisma di verità e di fede fu dunque divinamente conferito a Pietro e ai suoi successori in questa Cattedra…”.


Queste parole sono la base della definizione dell’infallibilità, ma non si esauriscono in essa.
Saluti.


Interveniva un quarto, GG
GG 
@ QC (21.02.18/11:52 a.m.)
Nel suo posting del 20.02.18/8:52 p.m., cui Lei nel
sopraindicato posting risponde, Ecclesia afflicta
non restringe affatto l’attivitá del Pontefice al magistero infallibile, come Lei lo accusa di fare.
Quindi la Sua critica, accentuando peraltro elementi risaputi e ricorrendo ad elementi del tutto banali, va completamente a vuoto.
Per non vedere (e dover rispondere al) la critica del tutto pertinente che EA fá al Bergoglio, Lei gli costruisce a Sua misura un posting che EA non ha scritto, per poterlo refutare tanto piú facilmente.
Fá parte della Sua tecnica fondamentalmente diffamatoria e sofistica, giá nota, QC.
La Sua é una banalissima “petitio principii”.
Il gentile lettore giudichi se quanto dico é vero o no.
Ecclesia afflitta nel posting sopraindicato dice, riguardo al ministero del papa, tre cose:
(1) Il Vaticanum I “ha definito (cioé limitato)
i confini dell’infallibilitá papale”. Il che é indiscusso.
(2) “Il ministero del Papa é quello di conservare e trasmettere il deposito della fede.” E anche questo é indiscusso.
Faciamo notare lepalissianamente che conservare
e trasmettere il deposito della fede non significa
esercitare esclusivamente il magistero infallibile,
come Lei, erroneamente, accusa EA di aver detto.
(3) “Se il papa decidesse di sospendere la sua attivitá
magisteriale …”.
Ecclesia afflicta non dice “la sua attivitá magisteriale infallibile”, come Lei suppone che abbia detto, ma semplicemente “la sua attivitá magisteriale”.
La quale, si sá, non consiste esclusivamente nell’esercizio del magistero infallibile.
Ecclesia afflicta non cita, infine, il “Pastor Aeternus” ad usum delfini, come Lei lo accusa di fare: non lo cita affatto né “expressis verbis” né parafrasandolo.
Vede il gentile lettore una citazione di “Pastor Aeternus” nel posting di Ecclesia afflicta sopraindicato?
Legga, se crede, il posting di Ecclesia afflicta “sine ira et studio” e sia meno fantasioso nel fargli dire cose che lui non ha detto per poterle tanto piú facilmente refutare.
Un giochetto per bambini cretini. 


Miio intervento
EA

Grazie G. per il tuo commento. Vorrei aggiungere che ho riletto ciò che mi suggerito l’evanescente interlocutore, e cioè il passo della costituzione dogmatica Pastor Aeternus in cui si approfondisce il ruolo della Sede di Roma. Ho fatto di più, ho letto anche il passo precedente, e cioè che:

È per questo che i Vescovi di tutto il mondo, ora singolarmente ora riuniti in Sinodo, tenendo fede alla lunga consuetudine delle Chiese e salvaguardando l’iter dell’antica regola, specie quando si affacciavano pericoli in ordine alla fede, ricorrevano a questa Sede Apostolica, dove la fede non può venir meno, perché procedesse in prima persona a riparare i danni ”

 
Aggiungerei quindi due punti a quelli già precedentemente elencati: primo, che il ruolo del papa, “per lunga consuetudine e antica regola”, è di riparare i danni causati alla fede, non di cambiare paradigmi e promuovere rivoluzioni culturali teologiche. La sede di Pietro ha il ruolo di conservare, fungere da remora, riconoscere e vagliare i carismi altrui. Innocenzo III ha riconosciuto il carisma di San Francesco, non si è messo lui a fare il fraticello hippy, perchè il papa non ha il ministero della profezia, ma del Governo della Chiesa.


Il secondo punto, relativo a ciò che cita QC, è che Pietro deve prima convertirsi per confermare i fratelli. Ci sono stati pessimi papi che hanno fatto di testa loro, alcuni di questi hanno perfino professato mezze eresie o eresie intere, altri hanno governato malissimo la chiesa, simoniaci ecc.
Questi papi, magari, perché costretti da forze esterne o perché personalmente limitati, hanno di fatto sospeso la loro attività magisteriale. Non mi risulta che la Sede di Roma abbia mai imposto in modo autorevolmente infallibile alla chiesa successiva le loro personali allucinazioni.


Venendo a Bergoglio, è evidente che il soggetto ha scarsa autorevolezza. Quando parla a ruota libera non si capisce in chi o che cosa creda. Quando si esprime in modo più formale e “autorevole” è volutamente ambiguo e confuso. Per lui si tratta di tatticismo per far inghiottire alla chiesa i bocconi indigesti della sua ideologia, secondo la sua contorta e piuttosto disonesta teoria del “tempo superiore allo spazio”, perché dopo di lui “la chiesa non sia più come prima” (inquietante hybris pontificia!).
Per i cattolici l’ambiguità e il basso livello di autorevolezza delle sue esternazioni è provvidenziale salvaguardia divina. I suoi verbosi e superflui documenti verranno dimenticati dai posteri, o comunque letti attraverso la lente del deposito perenne della fede. Quando al Vaticano I si afferma (tu usi le addirittura le maiuscole, caro il mio spettro iperpapista) che la SEDE DI SAN PIETRO SI MANTIENE SEMPRE IMMUNE DA OGNI ERRORE, si riferisce al magistero infallibile, perché di errori “fallibili” è piena la storia della Chiesa.