giovedì 9 novembre 2017

La lingua liturgica oggi e nella chiesa antica



 Vorrei segnalare un un interessante contributo a proposito  dell'uso della lingua di tutti i giorni nella liturgia, secondo l'esempio della chiesa antica, tratto dal blog di Fr John Hunwicke
___________________________________________________________________

"Nella Chiesa primitiva la liturgia era sempre celebrata nella lingua di tutti i giorni, quella parlata dalla gente comune. Anche a Roma, quando il greco divenne una lingua meno compresa, venne soppiantata dal latino, la lingua "vernacolare". Sfortunatamente, con il passare dei secoli, il latino a sua volta divenne incomprensibile per la maggior parte della gente. A ciò ha posto rimedio il Concilio Vaticano II, decretando che le liturgie debbano essere di nuovo nella lingua corrente, e nella forma più semplice possibile, in modo tale da essere comprese dal maggior numero di persone. In questo modo si potrà raggiungere l'obiettivo della Partecipazione Attiva.

Se ora stai aspettando che spieghi che le ultime tre frasi sono una forzatura di ciò che ha affermato il Vaticano II , hai ragione! Ma è altrettanto importante rendersi conto che l'intera narrazione è completamente erronea, ed è un inganno.

Uno dei più importanti studiosi del ventesimo secolo è stata la classicista olandese Christine Mohrmann. Con una lunga serie di articoli e libri nelle maggiori lingue europee, la studiosa ha dimostrato che il latino liturgico - ed anche il greco liturgico - non nascono come lingue vernacolari, ma sono state deliberatamente concepite come lingue formali, arcaiche e ieratiche. Ecco le sue parole (1957):

"il latino liturgico, come si è andato formando verso la fine dell'antichità cristiana e  conservato immutato - almeno nelle sue linee principali - è una deliberata stilizzazione sacrale del primo latino cristiano  sviluppatosi nelle comunità cristiane dell'Occidente. I cristiani latini arrivano piuttosto in ritardo nella creazione di una lingua liturgica. Quando ciò avviene, l'idioma cristiano ha già raggiunto la sua piena maturità e le circostanze hanno reso possibile attingere, per motivi di stile, dall'antica eredità sacrale della Roma [pagana ] ... per quanto riguarda la richiesta che si sente così spesso di una versione vernacolare dei testi delle preghiere, io penso ... che sia giusto domandarsi se, attualmente, l'introduzione della lingua corrente sia appropriata per la composizione di uno stile sacrale di preghiera. Come ho già sottolineato, l'antico occidente cristiano ha aspettato molto tempo prima di adottare l'uso del latino.. Ha aspettato finché la lingua cristiana non possedesse le risorse necessarie per creare un linguaggio ufficiale di preghiera ecclesiastica... le cosiddette lingue moderne occidentali ... sono meno adatte per una stilizzazione sacra. E invece dobbiamo renderci conto che le forme di stilizzazione sacrale sono un elemento essenziale di ogni linguaggio ufficiale di preghiera e che queste caratteristiche sacrali, ieratiche, non devono mai essere abbandonate. Dal punto di vista dello sviluppo generale delle lingue occidentali - e senza dire nulla riguardo ai problemi che sorgerebbero nelle altre lingue - il tempo presente non è certamente propizio per un abbandono del latino."

________________________________________________________________________




Nessun commento:

Posta un commento