sabato 19 agosto 2017

Non terroristi, ma martiri

Il terrorismo islamico è una realtà anche in occidente: dove ci sono comunità di musulmani, una parte di loro decide di porre fine alla propria vita morendo in un attacco suicida. Perché lo fanno?

Spesso questi musulmani hanno condotto una vita non in linea con i precetti dell'islam: si divertono, fanno uso di droghe, conducono una vita promiscua. Sono cattivi musulmani.
Hanno però una cosa chiara: l'islam è la vera religione, i precetti di Allah e del suo messaggero sono da rispettare e la ricompensa per una vita di sottomissione alla legge di Allah è il paradiso. Si può essere cattivi musulmani (come si può essere cattivi cristiani o cattivi ebrei) però allo stesso tempo credere che la propria religione sia perfetta e andrebbe seguita.

Perché allora si danno al terrorismo e si suicidono compiendo attentati, posto che il suicidio è proibito dall'Islam?

Dal loro punto di vista non è suicidio, pur essendo sicuri che moriranno nell'azione.

Vorrei elencare di seguito quali sono i passaggi logici di uno che muore uccidendo infedeli. Anticipo che il martirio islamico è la via maestra per arrivare in paradiso. Anticipo anche che il martirio islamico, a parte il nome, non ha niente in comune con il martirio in senso cristiano.

Così ragiona un islamico che sceglie la via del martirio:
  1. L'islam è la vera religione, la sharia, cioè la legge di Allah, è data agli uomini come via e percorso verso il paradiso, di cui ne è la ricompensa.
  2.  La sharia è estremamente difficile da seguire, prevede molti precetti concepiti nel VII secolo e una società organizzata per seguirla. E' un sistema totalitario, bisogna essere come minimo in Arabia Saudita per poterlo seguire oggi, di certo non in Europa o in un paese non islamico. Pregare 5 volte al giorno, donne velate e sotto tutela, prescrizioni alimentari, paranoia generalizzata, polizia religiosa... forse in una società così, talmente retrograda da creare l'atmosfera dell'Arabia nel VII e VIII secolo (per i musulmani l'età dell'oro), è possibile essere buoni musulmani.
  3. Ora, chi non compie questi precetti è un cattivo musulmano. I cattivi musulmani provocano l'ira di Allah, che è tremenda. Non solo gli infedeli andranno all'inferno, che nel Corano è presente in ogni pagina, ma anche gli "ipocriti", cioè i musulmani che non rispettano i precetti di Allah. I musulmani hanno di Allah un terrore reale. Non è un padre, ma un tiranno che scaglia e maledice chi non segue i suoi precetti. Allah è misericordioso con chi segue i precetti suoi e del suo messaggero, ma odia chi non li segue, cioè odia tutti i non musulmani e i musulmani che non seguono i precetti. E' un punto di fondamentale differenza con la rivelazione ebraico-cristiana.
  4. Un giovane musulmano europeo è consapevole che andrà all'inferno. La sua vita, che scimmiotta la vacuità dei suoi coetanei occidentali, non porta a nulla. Non è un buon musulmano, vorrebbe esserlo, ma non potrà mai diventarlo.
  5. C'è una via d'uscita. Il martirio. Nell'islam chi muore in battaglia è sicuro che andrà in paradiso. Tutti i peccati e le trasgressioni sono immediatamente cancellati,
  6. Il Corano dice che darà una grande ricompensa a chi combatte per la causa di Allah, a chi uccide ed è ucciso ((9,111). Il martire musulmano non è un testimone della fede che si rifiuta di abiurare e viene ucciso per questo, ma è un combattente che muore uccidendo infedeli. 
  7. Chi sono gli infedeli? tutti i non musulmani e soprattutto i non musulmani che non si sottomettono all'islam. L'islam prevede tre categorie di uomini: i musulmani, cioè la razza padrona, i dhimmi, cioè la gente del libro, cristiani e ebrei sottomessi ed umiliati che pagano il pizzo mafioso per la "protezione", cioè diritti limitati e vita come cittadini di serie B da sfruttare economicamente, i non musulmani di qualunque tipo che non si sono sottomessi e contro il quali i musulmani sono in dovere di guerra perenne. 
  8. Morire mentre si uccidono questi ultimi è un merito che Allah ricompenserà con il paradiso, anche se nella vita precedente ci si è dati ai piaceri non in linea con la legge di Allah.
Ammazzare infedeli mettendo in conto di morire nell'azione non si tratta dunque di "violenza cieca", come ripete Bergoglio dopo ogni attentato, contribuendo all'offuscamento e all'incomprensione dei motivi per cui tanti musulmani si votano al martirio.

Molti  giovani musulmani offrano senza rimpianti a propria vita in sacrificio ad Allah e al suo profeta, seguendo l'insegnamento e l'esempio di vita di Maometto, per gettare nel terrore e nella paura gli infedeli, ucciderne il maggior numero e portare il caos nei loro paesi non musulmani, perché è la via maestra per il paradiso.
E gli altri musulmani? I moderati, i pacifici?
Una cosa è l'islam, un'altra i musulmani.  Ne scriverò in seguito.


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